Stefano Bollani agli Arcimboldi di Milano: il report del concerto

La grandezza di un artista spesso si specchia nella sua modestia. E a guardare Bollani si ha conferma di tutto questo. Chi è abituato alle ambientazioni laccate della concertistica classica e jazz, con il pianista vede tutto ribaltato.
Puntualissimo sale sul palco dove trovano posto un pianoforte a coda e due tastiere. Impeccabile nella sua camicia hawaiana bianca e nera, pantaloni sgualciti e scarpe da tennis, inizia a suonare sgambettando come un tarantolato. Ma non c'è ombra di posa, di manierismo, di atteggiamento studiato. Il pianista milanese suona davanti ad un teatro gremito con la stessa naturalezza con la quale eseguirebbe il pezzo a casa sua, in mutande dopo una doccia.
Gli occhi dello spettatore saltellano tra il desiderio di seguire quelle mani miracolose di questo fuoriclasse dei tasti e le gambe impazzite che sembrano guidate da un burattinaio sopra di lui. L'occasione del concerto è la presentazione del nuovo disco in studio di Bollani "Arrivano gli alieni" (che esce per il prestigioso marchio classico Decca) dove, per la prima volta, il pianista canta brani suoi.
Ci scherza anche su, presentando i pezzi sul Palco degli Arcimboldi, sottolineando in modo ironico come lui sia essenzialmente un cantautore che incidentalmente accompagna le sue canzoni con un pianoforte. E prosegue presentando il tutto come opera di un cantautore di fantasia di origini toscane a cui la Rca si è ostinata a bocciare tutti i branim in quanto cover scurrili di hit famose in tutte il mondo. Il pubblico ascolta in apnea le esecuzioni "serie" e ride di gusto nei passaggi in cui l'artista da sfogo alla sua incontenibile verve comica. Invita l'agente Siae presente in sala a prendere nota che tutti i brani eseguiti sono di sua composizione, ivi inclusi Chopin e Chico Barque.
Il nuovo album viene presentato integralmente prima dei consueti, attesissimi, bis su richiesta. La formula per chi non ha mai visto l'artista è semplice quanto stupefacente. Bollani chiede al pubblico di indicare dieci brani che avrebbero voluto sentire eseguiti da lui nell'arco della serata. La fantasia giocosa partorisce un mix di cartoni animati, musica pop, classica. In questo caso nei magnifici dieci finiscono tra gli altri la sigla di Heidi (sì, quella di "ti sorridono i monti, le caprette ti fanno ciao") , il Rach3 (complessissima composizione classica di Rachmaninov alla base del famoso film "Shine"), i Queen, Gershwin.
Bollani fonde tutto, salta dal piano a coda alla Fender Rhodes, li suona contemporaneamente, canta, scherza, intrattiene. Fino al giusto tributo finale del pubblico.
(Fabrizio Zanoni)